giovedì 14 novembre 2013

LA SOCIETA'

Le trasformazioni sociali:
Nel Trecento vi furono profonde trasformazioni sociali:
  1. i nobili, proprietari terrieri, approfittarono dei mutamenti dell'agricoltura per arricchirsi;
  2. i borghesi erano in ascesa. Una volta raggiunto il successo acquistavano terre e titoli nobiliari per entrare a far parte della nobiltà;
  3. aumentò la povertà presso gli strati medi e bassi(contadini, piccoli  artigiani ecc) Gli Stati promossero  la beneficienza e l'assistenza, ma emisero anche severe leggi contro mendicanti e vagambondi.
http://www.homolaicus.com/storia/medioevo/images/mercantilismo.jpgLe "rivolte degli esclusi":
Nel XVI secolo vi furono violente rivolte sociali, sia contadine sia urbane, a causa:
  1. del crescente divario sociale e della diffusione della povertà;
  2. dell'impossibilità di partecipare alla vita politica per la stragrande maggioranza della popolazione, che sosteneva il peso maggiore delle tasse. Nobili, clero e borghesia difendevano invece i loro interessi nelle assemblee rappresentative degli ordini. Per questo i motivi vengono definiti "rivolte degli esclusi".

 I tumulti non furono scoppi di furia privi di un programma politico. Si trattò anzi di reazioni degli strati bassi della società(spesso accompagnate da un buon livello di consapevolezza politica) alle prevaricazioni attuate nei loro confronti. I contrasti tra i rivoltosi e l'eterogeneità delle loro richieste causarono però l'insuccesso delle rivolte.

La jacquerie in Francia:
Nel 1358 in occasione della protesta dei mercanti parigini contro le nuove tasse, i contadini si sollevarono facendo stragi di nobili. La rivolta fu rapidamente sedata e la repressione travolre anche il mobimento dei borghesi. Da allora le insurrezioni cantadine violente e brevi sono definite jacquerie, dal soprannome spregiativo del capo dei contadini ribelli, Jacques Bonhomme.
http://www.mondimedievali.net/microstorie/images/giacobin01.jpg
La rivolta in Inghilterra:
Anche in Inghilterra un aggravio fiscale fu pretesto di una rivolta popolare. I contadini erano infatti allo stremo per via delle difficoltà economiche e delle vessazioni dell'aristocrazia terriera. Guidati da Wat Tyler, arrivarono a marciare su Londra, dove raccolsero il consenso del proletariato urbano. Il movimento era però indebolito dalle divisioni: il governo, accolte alcune delle richieste, sconfisse duramente le frange radicali.

I "Ciompi" a Firenze: 
A Firenze la manodopera salariata(di cui gli operai scardissieri della lana-i Ciompi- costutuivano il gruppo più numeroso) rivendicò una maggior influenza sulle scelte politiche del Comune. Nel 1378 i Ciompi si sollevarono guidati da Michele di Lando e ottennero importanti conquiste politiche, ma la repressione del tumulto non tardò:
  1. favorita dalle divisioni interne del movimento;
  2. a causa dell'incapacità di coinvolgere la gente del contado( come invec era accaduto in Francia e Inghilterra).

mercoledì 13 novembre 2013

L'ECONOMIA NELLA CRISI

La crisi economica:
La diminuzione della popolazione ebbe pesanti conseguenze sull'economia europea. Accanto alla crisi, però si registrarono anche fenomeni di ristrutturazione dei settori economici. 

L'agricoltura:
Il vecchio sistema di conduzione delle aziende agricole andò in crisi perché:
  1. diminuì la richiesta di granaglie, calarono i prezzi e le colture divennero poco redditizie;
  2. il crollo demografico sottrasse uomini al latifondo;
  3. gli eserciti di passaggio danneggiavano terreni ed attrezzature.
In seguito a ciò emersero nuove colture e nuove forme di conduzione agricola: i proprietari terrieri conclusero con i contadini contratti di mezzadria( che prevede la spartizione del prodotto tra il contadino  il latifondista) o di affitto, oppure di dedicarono a produzioni specializzate (ulivo e vite); 
I contadini videro peggiorare la propria condizione a causa dell'iniquità dei nuovi contratti, della conversione dei fondi in monoculture più redditizie e del fenomeno delle recinzioni. I proprietari terrieri infatti recintarono le terre che per secoli erano state a disposizione delle comunità del villaggio, privando i contadini di una determinante fonte di sostentamento.
Il commercio:
In seguito allo spopolamento il commercio diminuì, ma importanti novità riguardarono:
  1. i grandi commerci internazionali: vennero aperti nuovi valichi alpini, la fine dell'impero mongolo trasformò il modo di commerciare con l'Oriente, nuovi protagonisti della scena commerciale entrarono in concorrenza con i mercanti italiani;
  2. le tecniche commerciali e finanziarie, con la diffusione delle lettere di cambio e delle filiali locali delle società commerciali;
  3. l'ascesa di potentissime famiglie di mercanti-banchieri che accumularono enormi forniture con il commercio internazionale. A loro si rivolgevano i regnanti, che necessitavano di forti finanziamenti per gestire lo Stato. Si trattava di debitori poco affidabili: in alcuni casi causarono il fallimento di alcune compagnie che li avevano finanziati.

LA CRISI DEMOGRAFICA

Il ritorno delle carestie:
La popolazione europea in tre secoli- dal Mille al Trecento- raddoppiò. Poi iniziò una crisi demografica , causata da più condizioni:

  1. dalle carestie che, a partire da quella del 1315-17 ebbero, in media, cadenza decennale. La carestia innescava un circolo vizioso: la fame mieteva vittime, la manodopera si riduceva e i raccolti diminuivano ulteriormente, aggravando le condizioni delle persone;
  2. dalle guerre che fecero migliaia di vittime e devastarono le campagne;
  3. dalla peste.
La peste: l'epidemia del 1346-51:
Tra il 1346 ed il 1351 una epidemia(epidemia a larghissima estensione) di peste, uccise quasi 1/3 della popolazione europea. Le epidemie di peste fra il Trecento e il Seicento si presentarono ogni otto anni circa, rendendo faticosa la ripresa demografica.

Quali erano le cause della peste:
La peste si può presentare in tre modi: bubbonica, quando la malattia si manifesta con tumefazioni, note appunto come bubboni; polmonare, quando sono interessati i polmoni; e setticemica, che si manifesta con emorragie cutanee che danno luogo a chiazze nere.In genere si hanno febbri altissime emicranie e deliri. Poi, entro 24 ore, sopraggiunge la morte. Nel Trecento si diffusero due dei tre tipi di peste: quella bubbonica e quella setticemica. Oggi sappiamo che la peste è provocata da un bacillo che si sviluppa nei ratti comuni. La pulce, parassita del topo, può succhiare il suo sangue e con esso il bacillo: spostandosi sull'uomo, la pulce può inoculare il batterio con il suo morso.

Le reazioni degli uomini medievali:
Gli uomini medievali ritenevano che un flagello così terribile fosse la manifestazione della collera divina. La medicina, invece, si interrogava alla ricerca di soluzioni: si consigliava dunque di evitare l'aria al di sopra delle acque stagnanti e degli acquitrini, e di eliminare i cumuli di sporcizia. Alcuni rimedi consigliati erano decisamente contraddittori. Si aprivano ad esempio le finestre sperando che l'aria fresca nuocesse alla peste, ma l'aria della città era anche considerata pericolosa perché ricca di miasmi. Consiglio unanime, valido per confessori, medici e familiari, era di tenersi lontani dall'appestato;regola d'oro, darsi alla fuga alle prime manifestazioni del contagio. 

Le persecuzioni contro gli ebrei:
Le popolazioni, in cerca di capri espiatori, si scagliarono contro gruppi sociali emigranti. In particolare gli ebrei furono accusati di diffondere il contagio e a migliaia morirono nei pogrom (ricorrenti stragi collettive di ebrei perpetrate in Europa dalle masse popolari). 
All'origine delle persecuzioni antisemitiche vi erano diverse cause:

  1. il divieto di esercitare numerose professioni obbligava gli ebrei a svolgere attività invise alla popolazione, come l'usura;
  2. i commercianti ne temevano l'abilita come concorrenti;
  3. la tradizione cristiana li indicava come gli assassini di Cristo.



giovedì 17 ottobre 2013

LA RINASCITA DELLE CITTA'

La rinascita urbana e la borghesia:
Le città che nell'alto Medioevo erano decadute, rinacquero grazie ai commerci. Vi si trasferirono i signori feudali e soprattutto i contadini. Nacque una nuova classe sociale, la borghesia, una classe intermedia fra l'aristocrazia e  ceti popolari, formata da artigiani, mercanti, banchieri accomunati dall'impegno nel mondo economico attraverso l'iniziativa individuale.

Gli artigiani e le loro associazioni:
Gli artigiani di città si riunirono nelle Arti, ovvero associazioni di mestiere che esercitavano un controllo sulla qualità dei prodotti, impedivano la concorrenza illecita e potevano vietare l'apertura di una bottega a chi non faceva parte della corporazione.





La nascita delle università:

Dopo il Mille le scuole, gestite dal clero per l'istruzione degli ecclesiastici, iniziarono a essere frequentate dalla borghesia, che aveva necessità di istruirsi per gestire meglio le proprie attività economiche. In alcune città libero associazioni di studenti e insegnanti: le universitas studiorum

LA RINASCITA DEI COMMERCI

La rinascita dei commerci e delle fiere:
L'accresciuta produttività consentì di avere delle eccedenze , stimolando il commercio dei prodotti agricoli.
Gli scambi di merci si estesero a largo raggio, cosa che nel Medioevo era impensabile.
Questo allargamento del raggio di commercio necessitò la nascita di un luogo dove i popoli si incontravano per commerciare: le fiere.







Mediterraneo, Fiandre e Lega asiatica:

I commerci europei giravano soprattutto intorno a due aree: il Mediterraneo e l' Europa  del Nord.
Grazie ai collegamenti creati da Bisanzio e con i porti dell'Egitto e dell'Oriente, vennero messi in circolazione prodotti orientali. Le Fiandre era una regione che corrisponde all'attuale Olanda, Belgio e parte della Francia settentrionale, era un'importante via del commercio. oltre alle Fiandre alcuni mercanti tedeschi si unirono in una lega chiamata Hansa o Lega Ansetica. Tutto questo sviluppo ed espandimento dei commerci fu dovuto al fatto che divenne più facile spostarsi. I prodotti si potevano portare per terra o per mare. Le strade erano ben mantenute. La navigazione fu agevolata grazie alla bussola, che era stata inventata in Oriente, e venne installato il timone nelle navi.

Alla ricerca di un investimento:
L'intricarsi del commercio tra le varie popolazioni favorì la ripresa della circolazione di moneta. Tuttavia c'erano delle famiglie che ne approfittavano, avevano molti soldi e guadagnavano imprestandoli e chiedendo molti interessi: questa attività era considerata illegale dalla chiesa e veniva definita come usura. 

Al posto dei soldi:

Una grande innovazione fu la lettera di cambio. Essa consisteva in un documento sostitutivo del denaro liquido: in cambio di una certa somma di denaro si impegnava a pagare questa somma in un altro luogo e con un' altra moneta(giroconto). Da essa è derivata la cambiale, una promessa di pagamento, e successivamente la girata, la quale consisteva in una lettera di cambio che poteva essere appunto "girata" a qualcun'altro.

Dai cambiavalute alle banche: 
Per poter cambiare le varie monete si diffuse una nuova figura , quella del cambiavalute. Egli veniva chiamato "bancherio" , perché lavorava dietro ad un banco, solitamente posto al centro del mercato: il suo lavoro consisteva nel prestare denare, ricevere denaro con interessi, finanziare spedizioni e cambiare lettere di cambio.

lunedì 7 ottobre 2013

LA RINASCITA: LO SVILUPPO AGRICOLO E DEMOGRAFICO

La rinascita dell'Occidente:
tra il XI ed il XIII secolo l'Europa conobbe una fase di ripresa economica e demografica, definita dagli storici come rinascita dell'Occidente. Avvenne una generalizzata crescita demografica che andava dall'estensione dei terreni coltivati alle cinte murate delle città. La popolazione cresceva e ciò favoriva le disponibilità economiche. La ripresa fu il prodotto di vari fattori:

  1. il clima cambiò, diventando meno freddo e meno piovoso, favorevole per l'agricoltura;
  2. cessarono le invasioni barbare;
  3. gli ingegneri inventarono nuovi strumenti agricoli( collare rigido, aratro pesante, mulini ecc.);
  4. nuove terre vennero dissodate e bonificate per la coltivazione.
Crescita demografica e nuove terre:
Tra il X ed il XIII secolo la popolazione europea raddoppiò: si calcola che intorno all'anno mille vivevano circa 40 milioni di abitanti e che agli inizi del 1300 ce ne fossero circa 80 milioni. Sulle zone conquistate sorsero numerosi insediamenti agricoli. Vennero bonificate anche le zone paludose e gli uomini iniziarono a stanziarsi sulle montagne, prima abitate solo da monaci ed eremiti.


domenica 6 ottobre 2013

IL SISTEMA CURTENSE

La riorganizzazione dell'economia:
La crisi impose una riorganizzazione economica; si passò a economia localeagraria e poco differenziata. A tutto ciò conseguirono crescenti lotte interne, con rapine di banditi e violenze dei barbari ai piccoli proprietari di terreni, i quali chiedevano aiuto ai grandi proprietari terrieri, quindi con un piccolo esercito come difesa. In cambio i piccoli proprietari si sottoponevano svolgendo lavori umili. Questo accordo si chiamava COMMENDATIO. La commendatio crebbe sempre più creando un'aumento delle grandi proprietà, laiche ed ecclesiastiche, che con il tempo divennero vere e proprie signorie dominate da un padrone, il quale esercitava funzioni sovrane sia sui coltivatori dipendenti che sugli uomini liberi che chiedevano protezione.

La curtis:
Durante l'Alto Medioevo la terra venne progressivamente divisa in possedimenti chiamati  
curtes che appartenevano a un dominus (il re, la chiesa locale o un semplice signore locale). Ogni curtis era divisa in due parti :
  1. la pars dominicia, riservata al padrone e da lui gestita attraverso il lavoro dei suoi servi;
  2. la pars massaricia(massaricus-contadino), suddivisa in mansi, apprezzamenti affidati a servi o a contadini liberi. Questi, in cambio dell'utilizzo del terreno, dovevano versare parte del raccolto e pagare i tributi al signore, oltre a lavorare i terreni della pars domenica per un certo numero di giornate, le quali venivano chiamate corvèes
Si diffuse la servitù della gleba che vietava, ai contadini che vi erano sottoposti, di lasciare la terra che coltivavano.

LA CRISI DELL'ECONOMIA DELL'IMPERO ROMANO

Una ricca economia urbana e monetaria: 
Dopo il decesso del principato di Augusto l'impero romano seguì due secoli e mezzo di pace. Le cause del benessere economico furono tre:
  1. la pace e la stabilità politica ;
  2. la presenza di un'efficace rete di comunicazioni ;
  3. l'unità amministrativa dell'impero.

Le origini della crisi:
L'economia romana era dunque un'economia monetaria, molto sviluppata ed efficiente. il suo centro era la città. 
Il lungo periodo di pace portò cambiamenti che divennero motivi di crisi:
  1. si ridusse drasticamente il flusso di prigionieri di guerra, quindi il numero degli schiavi ( importantissimi per l'economia);
  2. la mancanza di manodopera, la quale aveva permesso la formazione di vere e proprie industrie;
  3. Le spese dell'impero erano troppo alte e si trasformarono in un pesante carico fiscale.

A seguito di ciò la necessità di difesa militare dell'impero s'imposero su tutto e determinarono il tramonto dell'antica ricchezza e prosperità; si aumentarono così le tasse, i prodotti agricoli scarseggiavano a causa delle guerre e delle devastazioni, le costanti incursioni barbare determinarono sempre più una generale insicurezza e il crollo del commercio, ed infine, i consumi di lusso diminuirono drasticamente, causando il crollo dell artigianato.

Occidente ed Oriente:
Le difficoltà determinarono anche la rottura dell'antica unita mediterranea. L'Oriente era più ricco ed andava in contro al periodo di massimo splendore con l'imperatore Giustiniano, l'Occidente si avviava verso la rovina con una regressione demografica ed economica. 

La crisi dell'Occidente: 
i principali motivi della crisi furono l'abbandono delle città ,per colpa del disagio economico e sociale, le pestilenze,e lo spopolamento , accentuato dalle stragi, dalle epidemie e dalle carestie, accompagnate da invasioni barbariche. La moneta(d'oro) perse il suo valore a causa delle eccessive spese statali e dalla disorganizzazione commerciale, già a partire con Nerone, il quale fece diminuire il suo peso da 8 a 7 grammi. Questa grande svalutazione monetaria fu così grave che in alcuni punti dell'Impero si ritornò al baratto e l'autoconsumo. Il commercio di massa continuò solo grazie al sale.